About

Chi siamo


Fondazione Radici è la prima Fondazione in Piemonte a occuparsi espressamente della tutela, della salvaguardia e della valorizzazione della memoria del territorio.

Un impegno che parte dalle Langhe, dal Roero e dal Monferrato – quindi dalle province di Cuneo, Asti e Alessandria – con la volontà di arrivare a operare in tutta la Regione.

Tre sono i principali filoni di attività: la raccolta di materiale inedito come interviste e testimonianze per la pubblicazione di libri, film e biografie, finora sono state realizzate oltre 90 interviste a 60 personalità del territorio, per oltre 250 ore di registrazioni video e audio; la digitalizzazione del materiale già acquisito da decine di antropologi e storici locali e, infine, la catalogazione e archiviazione digitale e fisica di quanto raccolto, per mettere tutti questi documenti a disposizione di studenti, insegnanti, storici, giornalisti, studiosi.

I soci fondatori nello studio del notaio Cotto il 12 febbraio 2020
I soci fondatori nello studio del notaio Cotto il 12 febbraio 2020

Come nasce la Fondazione?


Dalla Malora all’Unesco. È questo il titolo di un progetto che rappresenta il sogno comune di un giornalista, di un fotografo e di un editore innamorati della loro terra e desiderosi di raccogliere e tramandare quel patrimonio di cultura, di usanze e sapere che ha contribuito a renderla unica al mondo.

Un sogno che ha iniziato a realizzarsi poco più di due anni fa dall’incontro di quei tre personaggi: l’editore Claudio Rosso, artefice del rilancio di Radio Alba, il fotografo de La Stampa e Repubblica Bruno Murialdo e il giornalista di Gazzetta d’Alba e Radio Alba Marcello Pasquero.

Il modello era l’opera meritoria di personaggi come Donato Bosca, Walter Accigliaro, Renato Vai e altri che da decenni raccontano la storia delle Langhe, ma anche la meravigliosa rivista Roero terra ritrovata, senza dimenticare i Granai della memoria voluti da Slow Food.

L’ambizione era proseguire nel lavoro di questi custodi della memoria mettendo a disposizione tutta la professionalità. Abbiamo creato una piccola e affiatata troupe in cui, ad affiancarci, abbiamo voluto un cameraman professionista: Daniele Ferrero. In questo modo è stato possibile registrare audio e video delle interviste. Bruno Murialdo si è occupato di scattare per ogni personaggio centinaia di foto. A Marcello Pasquero il compito sbobinare e catalogare tutto il materiale raccolto.

In questo modo per ogni intervistato è stato possibile archiviare almeno due ore di racconti completi di audio, video in 4k e testo, già pronti ad essere consultati e utilizzati per realizzare materiale audiovisivo, ma anche per tesi o ricerche scolastiche.

La nuova fase


Importante è stato il sostegno di Famija Albeisa, con il prezioso aiuto di Gigi Cabutto e della Fondazione Crc che con un contributo di 15 mila euro ha permesso parte del lavoro.

A inizio 2019 ci siamo chiesti come dare gambe per camminare da solo al nostro sogno. Abbiamo convocato un incontro cui hanno risposto l’Ente Turismo Langhe, Roero e Monferrato, l’Ente Fiera internazionale del tartufo, il Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco, l’Associazione Commercianti Albesi, i Vignaioli Piemontesi, l’Enoteca Cavour di Grinzane, ma anche aziende come Egea.

Il presidente dell’Ente Turismo Luigi Barbero ha lanciato l’idea di costituire una Fondazione per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato, accolta di buon grado da tutti gli attori intervenuti. Pronta anche la sede, di grande prestigio, nel castello di Grinzane Cavour.

Da sottolineare l’intuizione dell’Amministratore delegato di Egea, PierPaolo Carini, che ha invitato a non limitarsi alla raccolta delle memorie, ma a fare in modo che le testimonianze potessero diventare materiale da cui prendere esempio e ispirazione giovani imprenditori e produttori.

Dalla raccolta e dallo sviluppo delle idee è nata la “Fondazione Radici, per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato”, costituita il 12 febbraio 2020 nello studio del notaio Lucia Cotto di Alba.

Si tratta una fondazione unica nel suo genere in Italia, con un comitato scientifico di altissimo profilo, in cui gran parte delle interviste realizzate sarà messo a disposizione di studenti, ma anche di giornalisti e studiosi da ogni parte del mondo.

Parallela sarà l’attività di catalogazione e digitalizzazione del materiale già raccolto nel corso degli ultimi decenni, materiale che rischia di andare disperso per sempre e che ora avrà finalmente una casa e dei custodi.

Il CDA della Fondazione Radici
Il CDA della Fondazione Radici

Il racconto attraverso i personaggi


Dalla Malora all’Unesco è prima di tutto una storia che non viene raccontata dall’alto o a distanza, ma direttamente dalla viva voce dei protagonisti di quel lavoro corale che ha permesso a Langhe e Roero di diventare un territorio universalmente conosciuto. Il filtro del giornalista è quasi nullo, le domande sono poche per non togliere spazio alle memorie, le foto sono naturali e mai costruite o concordate.

Consapevoli della mole enorme di lavoro da svolgere siamo partiti dai grandi patriarchi dell’enologia, per ragioni anagrafiche. Questo a qualcuno ha fatto pensare che il nostro fosse un lavoro incentrato sul mondo del vino. Non è così, i produttori che sono partiti con una valigia di cartone e qualche bottiglia per far assaggiare i loro vini nel mondo sono una parte fondamentale della storia, ma non l’unica.

La storia di Langhe e Roero non può essere custodita senza raccontare di quegli autobus che ancora oggi partono dal più lontano dei paesi dell’Alta Langa diretti alla Ferrero. Senza quell’intuizione della famiglia Ferrero, di Pietro e Giovanni prima e Michele poi, oggi racconteremmo di una Langa disabitata e abbandonata e il ricordo della “malora” sarebbe molto vivo e non relegato ai libri di Beppe Fenoglio. Quegli autobus hanno permesso alla Langa di non spopolarsi, ai contadini di non abbandonare quelle terre “grame” che oggi valgono milioni di euro.

Questa terra non può essere raccontata dimenticando aziende come la Miroglio, Mondo, le Edizioni Paoline, l’Egea e molte altre che ancora oggi portano il nome di Alba e dell’Albese con orgoglio in ogni angolo del globo.

Il vino quindi è stato solo il punto di partenza di un lavoro enorme che ci impegnerà per anni e che dovrà proseguire anche dopo di noi, perché solo mantenendo viva la memoria è possibile imparare dal passato ciò che va fatto, ma anche quello che può essere migliorato.

In poco più di due anni sono state oltre 50 le interviste raccolte dai patriarchi del vino Gigi Rosso, Beppe Colla, Giacomo Oddero, Michele Chiarlo, Vittorio Vallarino Gancia e Bruno Ceretto a personaggi politici come Natale Carlotto e Ettore Paganelli, fino ai campioni di pallapugno Berutti e Bertola, a don Cesare Battaglino e Serafino Enrico.

Più di 250 le ore di video raccolte per oltre 1.800 cartelle di interviste sbobinate.

La fondazione si propone:


- l’organizzazione di mostre, nonché di studi, ricerche, iniziative scientifiche, attività produttive didattiche o divulgative, anche in collaborazione con il sistema scolastico e universitario e con istituzioni culturali e di ricerca italiane e straniere;

- l’organizzazione, la promozione, la realizzazione, il coordinamento e il patrocinio di progetti, di iniziative, di attività ed eventi culturali, di tutela dell’ambiente e del paesaggio o di diffusione delle tradizioni enoiche ed enogastronomiche;

- l’organizzazione di itinerari culturali, paesaggistici ed enoici individuati mediante la connessione fra beni culturali e ambientali diversi, anche in collaborazione con gli enti e organi competenti per il turismo;

- la promozione della formazione professionale mediante specifici interventi formativi nell’ambito delle finalità perseguite, conformemente alla legislazione vigente in materia;

- il reperimento di finanziamenti pubblici e privati adeguati alla gestione della Fondazione.